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L'Equipo Fantasma nel famoso scatto di Lucho Flores |
SIVORI AL TIMONE - Quando nel 1972 il mitologico Enrique Omar Sivori, dopo due brevi parentesi al Rosario Central e all'Estudiantes, accetta la panchina dell'Albiceleste, l'AFA gli affida il testimone lasciato libero da Juan Josè Pizzuti, leggendario condottiero del Racing Avellaneda campione del mondo nel '67, e lo incarica di una missione sicuramente non proibitiva, ma nemmeno banale: mettere l'Argentina su un aereo per la Germania Ovest, sede deputata ad ospitare il Mondiale del '74, riscattando così il fiasco della Selección del "Divino" Adolfo Pedernera che aveva incredibilmente bucato la rassegna iridata messicana del '70. Per questioni politiche, economiche e per finire campanilistiche, oltre che meramente sportive, un secondo fallimento sarebbe disastroso e quindi da scongiurare a tutti i costi. Non è un mistero il fatto che l'Argentina culli la velleità di ospitare la kermesse del '78 e, per questo, su un altro tavolo, ad un altro livello della rivalità, ha ingaggiato una serrata battaglia senza esclusioni di colpi con il Brasile: ovviamente, in questo senso, un flop albiceleste chiuderebbe le porte all'Argentina, spalancandole contemporaneamente al nemico giurato verdeoro.
PRECOCCUPAZIONI E STRATAGEMMI - L'Albiceleste, inserita nell'insidioso gruppo 2, se la vedrà con Paraguay e Bolivia. Anche se dopo il trionfale 4-0 inaugurale con la Bolivia a Buenos Aires, propiziato dalle doppiette di Brindisi ed Ayala, l'umore della truppa è alto, il "Cabezón" rimane abbottonato e mette in guardia i suoi circa le trappole che potranno incontrare durante il cammino.
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Alcuni "fantasmas" in ritiro |
I FANTASMAS - La rosa è discreta. Tra gli uomini su cui Don Miguel può fare affidamento ci sono, tra gli altri: Aldo Pedro Poy, l'autore delle celebre palomita al Newell's che valse un leggendario titolo al Central, Ubaldo Fillol, futuro iconico portiere del River e campione del Mondo nel '78, il telento illuminante del flemmatico Ricardo Bochini e un giovanissimo Mario Kempes: della comitiva fanno parte pure Juan Ramon Rocha, il portiere di riserva Jorge Tripicchio, lo straripante "Mandrake" Marcelo Trobbiani e il peronista convinto Rubén Oscar "Hueso" Glaria.
I calciatori partono da Ezeiza, dopo un primo periodo a Tilcara, attraversano l'altopiano della Quiaca e si spostano in Perù, prima di entrare in Bolivia a Oruro, e giungere a La Paz solo una settimana prima della gara. L'avventura dell'Albiceleste 2 sulle Ande si trasforma ben presto in un'odissea. L'albergo è spartano, il cibo carente e scadente, gli spostamenti su ferrovie in legno scomodi e tormentati. In tutto questo l'AFA, presieduta da Baldomero Gigàn, si lava le mani e chiude i rubinetti, abbandonando Don Miguel e la sua truppa al proprio destino: per saldare i conti e provvedere al proprio sostentamento i calciatori sono costretti a fare gli straordinari e raccattare qualche spicciolo giocando un numero esorbitante di gare amichevoli. In una di queste, nel'incantevole Cusco, al Cienciano Mario Kempes segna al sua prima rete, ovviamente non ufficiale, con la maglia della Selección. Al ritorno a Buenos Aires il "Matador" sale sulla bilancia: ha perso la bellezza di nove chili. Juan Josè "Jota Jota" Lopez, Reinaldo "Mostaza" Merlo e Jorge Troncoso, invece, faticano ad adattarsi e, provati dalla condizioni estreme, fanno immediato ritorno a casa.
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L'Argentina fantasma prima dell'amichevole col Cienciano |
DA PAJARO A FANTASMA - Intanto la nazionale ufficiale, quella dove sgambettano i vari Brindisi, Wolff e Balbuena, ha strappato un prezioso pari in quel di Asuncion grazie ad una rete del solito Ruben "Ratón" Ayala, cespuglioso e baffutto alfiere del San Lorenzo. La sera prima della gara con la Bolivia il "Cabezón" irrompe piuttosto a sorpresa nel ritiro dei fantasmas a La Paz. Ma non è solo. Ha portato i rinforzi: assieme a lui ci sono l'agile arquero Daniel Carnevali, che sfilerà il posto all'indomani a Fillol, il torreggiante stopper Ángel Hugo Bargas, nominato miglior giocatore argentino nel 1972, e i totem Miguel Brindisi, Enrique Wolff, Roberto Telch e Rubén Ayala. Sivori verrà ripagato.
Il 23 Settembre 1972 all'Hernando Siles le cose per l'Argentina vanno bene. Dopo aver rimediato una gomitata in pieno volto, lo sgusciante Oscar Fornari è stato a bordocampo per farsi medicare una narice sanguinante: quando rientra, fa in tempo a guadagnare l'area di rigore per convertire in rete con uno spettacolare colpo di testa in tuffo un traversone arrotato del "Ratón" Ayala, prima di piangere a dirotto pensando alla madre scomparsa solo qualche settimana prima. E' questo l'esatto momento in cui Oscar smette di essere "El Pajaro", e diviene per tutti "El Fantasma". L'Argentina vince di misura ed avvicina una qualificazione festeggiata una settimana più tardi con la vittoria per tre reti ad una ottenuta sul Paraguay tra le mura amiche. Ma ormai non si fa altro che parlare dell'Equipo Fantasma. La foto pubblicata dal quotidiano "Hoy" di La Paz, quella parecchio evocativa dei calciatori incappucciati, ripresa dal settimanale argentino "Goles", ha sortito gli effetti sperati, facendo gridare allo scandalo l'indignata opinione pubblica argentina. Se Sivori, soppiantato prima del mondiale Vladislao Cap, non sarà della spedizione, solo un elemento del nucleo originario dei fantasmas avrà il privilegio di rappresentare la propria patria sui campi tedeschi: Mario Alberto kempes. Mica uno qualunque.
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Fornari festeggia il gol più importante della sua carriera |
Vincenzo Lacerenza
Fonti:
nuncasinfutbol.blogspot.it
gazzetta.it
mondofutbol.com
sportmistreated.blogspot.it
lanaciona.com.ar
paginasiete.bo
eltribuno.info
diariopublicable.com
curiosidadesdelfutbol
deportes.elpopular.com.ar
elgrafico.com.ar
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